mercoledì 29 luglio 2009
L'ambasciatore del regno del Marocco in Australia risponde al Presidente del Timor Orientale a proposito della pellicola `STOLEN'previsto al festival della pellicola di Melbourne
29/07/2009
Il sig. Mohamed Mael-ainin ambasciatore della sua maestà il re in Australia ha smentito ogni simiglarità storica tra la questione del Sahara ed il combattimento del Timor Orientale per la sua indipendenza, stabilita da SE il sig. José Ramos-Horta Presidente del Timor Orientale, in una lettera inviata al redattore principale del giornale australiano "The Sydney Morning Herald".
Quest'articolo si verifica in margine della proiezione della pellicola `STOLEN', che denuncia le pratiche di schiavitù nei campi di Tindouf, al festival della pellicola di Melbourne.
Quest'articolo rientra nel quadro di una campagna di rabbia orchestrata dai tifosi dei capi del Polisario in Australia dalla proiezione della pellicola `STOLEN'al festival della pellicola di Sydney in giugno scorso.
L'ambasciatore Mohamed Mael-ainin si è immediatamente reagito a quest'allegazioni con la spedizione di una messa a punto al giornale summenzionato con il titolo `qualche volta, anche un eminente capo di stato può essere ingannato .`
Occorre ricordare che il giornale “The Sydney Morning Herald„ ha pubblicato datato 22 luglio in un articolo se il presidente José Ramos-Horta sotto il titolo `la relazione del Timor con un conflitto Sahariano'(Timor's link to a Saharan struggle).
Nel suo articolo, l'ambasciatore Mohamed Mael-ainin si è dimostrato le divergenze storiche tra il combattimento del Timor zavorra per la sua indipendenza dell'Indonesia e la regione del Sahara occidentale che non è stata mai separata del territorio del regno dallo stabilimento del Marocco nell'anno 788.
Il sig. Mohamed Mael-ainin ambasciatore della sua maestà il re in Australia si è esortato l'opinione pubblica australiana alla ricerca della verità sul conflitto del Sahara occidentale lontano da ogni propaganda oscurantistà condotta dal fronte Polisario e che coinvolge gli abitanti sahraoui circondati nei campi di Tindouf e che tendono spesso a fuorviare capi imminenti di Stato di cui il Presidente del Timor Orientale, dixit SE l'ambasciatore Mohamed Mael-ainin. Qui di fronte il testo integrale della lettera inviata da SE l'ambasciatore Mohamed MaeAlAinain:
Ambasciata del
Regno del Marocco
Kingdom of Morocco
Canberra
A VOLTE, STESSO UN EMINENTE CAPO DI STATO PUO ESSERE TRUFFATO
Da: Mohamed MAEL-AININ
AMBASCIATORE DEL REGNO DEL MAROCCO IN AUSTRALIA
SIGNOR EDITORE DI “SYDNEY MORNING HERALD”
Signor editore,
Ho letto attentamente l'articolo che ha
pubblicato il 22 luglio che corre nella rubrica “opinione”, sotto la piuma SE il presiedono JOSE RAMOS-HORTA Presidente del Timor Orientale sotto il titolo: ''Timor's link to a Saharan struggle'', e con tutto il rispetto per l'eminente personalità di sua eccellenza il Presidente RAMOS-HORTA molti affatto fondamentali nella sua opinione sono molto più una parte presa che sua eccellenza ha sviluppato durante la sua lotta per l'indipendenza del Timor Leste, al lato degli elementi che raccomandano l'indipendenza del Sahara occidentale dal 1975 in Algeria, che una realtà storica come tende a dimostrarlo lungo il suo ''articolo-opinione''.
Sua eccellenza ha colto l'occasione della proiezione della pellicola “Stolen„ a Melbourne per esprimere il suo punto di vista sul fondo della controversia attorno al Sahara occidentale. Penso come lui che questa pellicola effettivamente debba essere vista oltre al tema dell’esclavagismo che solleva. Sottolineo passando che l’esclavagismo è una pratica bandita dalla Comunità internazionale, vietata ed imbarazzata che merita rimprovero.
Non puo essere tollerata da nessuna parte ed a chiunque, anche sotto la copertura di un movimento di liberazione ed ancora meno di un movimento separatista!
La scoperta da parte dei regista della pellicola “Stolen„ della pratica del esclavagisme ai campi “del polisario„ a Tindouf in territorio che dipende dall'autorità algerina è stata secondo i regista completamente fortuiti. Non era il loro apparecchio mobile. Ma, non hanno potuto occultarlo e tacersi. Farlo per comodo ad un movimento che raccomanda la liberazione sarebbe stata per loro un lotto del silenzio di cui si sarebbero rimproverati a tutto il resto della loro vita.
La loro alta coscienza li ha guidati. Ci? costa loro obiezioni di quelli che sopportano il suddetto movimento. Che a ci? non tenga! E meglio essere criticato per avere sottolineato una verità scoperta da occasione in occasione di un lavoro
-2- da ricerca, che di inzuppare in un lotto del silenzio per timore o per comodo.
Molte verità scientifiche sono state scoperte da occasione da ricercatori diventati più tardi di notorietà internazionale. La storia abbonda di grandi pensatori che sono stati appesi per avere sottolineato su il risultato delle loro scoperte.
Oggi fuochi incrociati cercano di soffocare i registà ''di Stolen''. Alcuni non mercanteggiano sui mezzi libero di portare Fetim ed il suo coniuge dell'Algeria per smentire le loro dichiarazioni e quelle delle loro, ma senza dire certamente che i loro bambini e genitori sono conservati in ostaggi sotto vigilanza estrema nei campi o la multa del polisario è stato scoperto.
Quando sua eccellenza il Presidente RAMOS-HORTA detto all'inizio del suo articolo: ''nel quadro dell'amicizia profonda che lega il popolo di Timor e quello del Sahara occidentale, ho visitato i campi del polisario a Tindouf e nei territori liberati e non ho incontrato alcun segno di esclavagismo'', non posso impedirsi di condividervi la mia stupefazione!! Questa dichiarazione è detta con una scorrevolezza e semplicità che fanno passare senza che si renda conto il fatto che sua eccellenza era venuta a Tindouf come capo di Stato amico, accompagnato tanto dalla sicurezza del paese ospite l'Algeria, che da parte delle milizie staliniane del polisario. Immaginate con me allora quale sarebbe la sorte di chiunque oserà presentarsi dinanzi lui ed a dirgli:
''Eccellenza, sono trattato in schiavo dai vostri amici che siete venuti a sopportare, aiutate a trovare la mia libertà! ''
Al paragrafo seguente sua eccellenza tratta gli australiani di ignari della questione del Sahara rispetto al popolo del Timor, che, lui, ne conosce tutti tenendoli e risultanti! Per lui è l'Australia che riceverà lezioni di storia di questa parte del mondo, da parte del Timor leggero… e là, egli comincia la lezione:
''Timor e Sahara occidentale tutti e due sono stati colonizzati da potenze iberiche (Portogallo e Spagna…'' ma ci? che non dice, è che la Spagna dirigeva sotto lo stesso sistema di colonizzazione tre altre regioni del Marocco che lui ha riassegnato, ciascuna ad una data diversa dopo negoziati. Si tratta di:
- tutta la parte del nord del Marocco di Tetuan a Nador, nel 1956
- la zona di Tarfaya che faceva parte del Sahara occidentale nel 1958
- la zona di Sidi Ifni nel 1969
- I due presieduti marocchini di Ceuta e Melilla continuano a soffrire la colonizzazione spagnola
Ci? che sua eccellenza ha occultato anche è che il Marocco, che ha negoziato e riuscito il recupero dei territori summenzionati da parte della Spagna partita da parte, era indipendente prima della spinta coloniale della 18esimo e del 19 esimo secolo. Certamente, il Marocco ha conosciuto un protettorato franco-espagnol di 1912 al 2 marzo 1956. Ma appena dopo la fine di questa protettorato il Marocco ha iscritto all'ONU i suoi reclami su tutti i suoi territori storici che non gli erano stati riassegnati nel marzo 1956 fra cui il territorio del Sahara occidentale.
Il Presidente RAMOS-HORTA nella sua lezione di storia non ha detto soltanto dal 1956 fino al 1974, il Marocco si confrontava solo alla Spagna all'ONU a proposito del Sahara occidentale, e che questa controversia è stata portata dinanzi alla Corte internazionale di giustizia (CIJ) da parte dei due soli ''stati interessati'': il Marocco che richiedeva il territorio e la Spagna che lo colonizzava.
L'Algeria e la Mauritania che volevano interferire nella controversia dinanzi alla CIJ sono state accettate soltanto come ''parti interessate'', a causa dell'esistenza di frontiere comuni tra esse e Sahara occidentale (vedere il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia espresso il 16 ottobre 1975.
A questa data, il polisario appena era appena nato sul territorio algerino, e non aveva ancora alcuna presenza sulla scena internazionale.
Il presidente HORTA non ha neppure detto che la questione che era posta dall'assemblea generale dell'ONU alla CIJ era:
’’’’Prima della sua colonizzazione da parte della Spagna, il territorio del Sahara occidentale, era un territorio senza padrone? E qualora non lo fosse, quali relazioni aveva con il regno del Marocco? ‘’’’
Sua eccellenza certamente non ha detto che la risposta del CIJ era:
““Prima della sua colonizzazione da parte della Spagna, Sahara occidentale non era un territorio senza padrone (terra nullius)! ‘’’’
““Prima della sua colonizzazione da parte della Spagna, Sahara occidentale aveva relazioni di fedeltà con il regno del Marocco’’’’
Ricordo qui che tutta la storia della sovranità del Marocco su tutti i suoi territori da oltre 12 secoli della sua esistenza come Stato indipendente (il Marocco è uno Stato da 788, è il primo paese a avere riconosciuto l'indipendenza degli Stati Uniti d'America come la ha affermata nel suo discorso al Cairo il Presidente OBAMA il 4 giugno 2009) si basa sul principio sacro-santo “della nazionalità„, che è del resto la sostanza anche degli argomenti degli avvocati del Marocco dinanzi alla CIJ.
Dunque, qualsiasi raffronto della cronistoria del Timor e del Sahara occidentale è nullo e non avvenuto.
I tentativi del Presidente RAMOS-HORTA di fare questo raffronto hanno per scopo principale di flirter con la sensazione d'appoggio accordata dall'Australia e gli australiani alla lotta del popolo del Timor per creare l'amalgama nei loro spiriti. E del resto per approfittare di avrà del premio Nobel RAMOS-HORTA che i detrattori della pellicola “Stolen„ che hanno l'appoggio del presidente, gli ha fatto appello in catastrofe. Ha lasciato le sue responsabilità di capo di Stato per venire a partecipare al festival della pellicola di Melbourne per dare più credibilità alle allegazioni di quelli che sopporta. E un sostegno militante. Se deve essere guerra, guerra sia!
Per tutto ci? che precede, e per molte altre ragioni storiche che lo spazio riservato a questa risposta non puo contenere, posso soltanto dire che, nonostante l'opposizione profonda di idee tra il il Presidente RAMOS-HORTA ed io stesso sulla questione del Sahara occidentale, sono invece completamente di parere con lui quando invita, verso la fine del suo articolo, tutti gli australiani a: “prendere il loro tempo bene per comprendere tutte le sfide che circondano la questione del Sahara occidentale, i tutti implorant a cercare la verità con vigilanza ed impegno, per paura che le menzogne diventino manifeste e che gli interessi stretti di alcune potenze abbiano libera corte sulle idee e sui poteri’’ intendo con ci? le allegazioni menzoniere dell'Algeria ed i suoi assistenti.
In compenso, il suo appello al resto del mondo per sostenere la separazione del Sahara occidentale del Marocco e gli epiteti di cui lo innaffia, è in contraddizione con la realtà storica, la geografia, il benessere delle popolazioni del Sahara che vi vive in modo pacifico nel quadro delle istituzioni democraticamente elette che le rappresentano al Parlamento ed al governo marocchino.
Quanto ai sahraoui che soffrono nei campi dei profughi a Tindouf in Algeria, e di cui si porta difensore, sento profondamente la loro sofferenza. Questa sofferenza è il fatto di quelli che li parcheggiano in questi campi contro il loro gradimento, conservati di qualsiasi parte in deserto pieno, per presentarle tale in una parte teatrale drammatica dinanzi ad ospiti da una propaganda menzoniera, che utilizzano il falso orchestrata dal polisario ed i suoi Assemblea, ospiti di cui a volte un eminente capo di Stato in questo caso SE il presidente RAMOS-HORTA. Mi rammarico del fondo del mio umile cuore che si sia lasciato imbarcare in tale sostegno incondizionato al quale la storia darà torto.
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com
martedì 14 luglio 2009
Nuovo fallimento a Melbourne della campagna del Polisario contro la pellicola " STOLEN" sulla schiavitù nei campi di Tindouf
Nuovo fallimento a Melbourne della campagna del Polisario contro la pellicola " STOLEN" sulla schiavitù nei campi di Tindouf
13/07/2009
" Non possono lasciare i campi,… non c'è un mezzo per lasciare i campi" , è la constatazione fatta da Violeta Ayala e Dan Fallshaw, in occasione di un'intervista con Fran Kelly, della radio nazionale australiana ABC, dedicato al loro documentario " Stolen" e che tratta della storia di Fatima, Sahraoui, vittima di pratiche schiavisti nei campi del Polisario a Tindouf sul territorio algerino.
Presentata in occasione dell'ultimo festival di Sidney, la pellicola dei due registà suscita dalla settimana scorsa di numerose reazioni del pubblico ed è stato oggetto da parte del fronte Polisario, di una vera campagna di disinformazione nella quale il fronte, diretto da Mohamed Abdelaziz da oltre 30 anni, ed i suoi attivisti hanno anche trascinato in Australia, Fatima, la donna dalla quale tutto l'affare è stato aggiornato, perché disconosca il suo statuto di schiavo.
Così come lo dicono i due autori del documentario, all'origine, il viaggio dei due registà nei campi di Tindouf avevano per oggetto di preparare un servizio sulla separazione delle famiglie sahraoui tra quelli che si trovano nei campi del Polisario e gli altri che si trovano nella regione del Sahara al sud del Marocco o altrove.
Sono stati confrontati alle dichiarazioni fatte da una delle persone, in questo caso Fatima, chi è separata della sua madre Embarka, e riportata nei campi dalla sua maestra, certa Dailo.
Embarka appartiene, essa, al padre di Dailo.
Espulso dei campi di Tindouf dopo la rivelazione dell'affare, Violeta Ayala e Dan Fallshaw ha realizzato a partire dalle registrazioni che hanno effettuato il documentario che riprende, oltre alle dichiarazioni di Fatima ed Embarka, le prove di molte altre persone.
In occasione dell'intervista alla radio australiana ABC, Dan Fallshaw descrive le condizioni di tornitura della loro pellicola: " ….
Leil di cui avevate citato il nome (la ragazza di Fatima) e che ci ha parlato al telefono era molto ansiosa al momento della tornitura.
Al fatto, non erano soltanto che ci hanno detto le loro storie, ma di altre persone hanno parlato di schiavitù nella pellicola.
Vogliono che il mondo esterno lo sappia.
C'era un gruppo di uomini che hanno viaggiato sul 2000Km attraverso il Sahara per dirci le loro storie….".
Prosegue che " Fatim è stata separata della sua madre quando aveva 3 anni, essa ha dovuto partire ai campi più tardi.
È stata tolta alla sua madre perché “Embarka„ la madre di Fatima, era la schiava del padre di Dailo, e Dailo poiché abbiamo detto Embarka voleva sempre che Fatim gli appartenga; e dunque è per questo che le ha tolto quando Fatim aveva soltanto 3 anni".
" Si è sentito che si avesse un obbligo morale per dire questa storia" , aggiunge Dan, i CO-Registà di " Stolen".
Il suo collega Violeta Ayala indica, essa, che" ci sono 9 persone nella pellicola che parlano di schiavitù.
Questa pellicola riflette la nostra esperienza nei campi, la nostra storia, ed e questo è avvenuto, come la gente è venuta da noi a dirci le loro storie, ciò ritorna ad ogni spettatore di interpretare la pellicola come la concepice".
Nel documentario, Embarka (la madre di Fatim) dice la sua storia con il suo padrone che la tratta come uno schiavo e con il quale essa ha avuto molti bambini, sottolineando che la sua figlia è stata anche ridotta alla schiavitù da parte della ragazza di quest'ultimo.
Il documentario porta anche prove poignants di cui quello di una donna che ha presentato dinanzi alle macchine fotografiche il certificato della sua liberazione.
" Se parli di schiavitù, la gettano in prigione o scompari semplicemente " ha affermato questa donna.
In risposta ad una domanda del giornalista Fran Kelly, sul senso che danno alla parola " schiavitù" , Violeta Ayala e Dan Fallshaw dichiara, che" all'interno dei campi, qualche Sahraoui di pelle nero si considera come schiavi.
Ciò vuole dire che sono posseduti da un'altra persona ".
Nessuna pellicola del festival di cinema di Sidney, che si è completata il 14 giugno scorso, non ha sollevato un dibattito così vivo come quello di cui " Stolen" ha fatto l'oggetto.
Dopo il fallimento di tutti i loro tentativi perché questa pellicola non nasca, gli attivisti del Polisario hanno tentato di impedire la sua proiezione al prossimo festival di cinema di Melbourne (24 luglio-9 agosto), dopo che la direzione di questo festival ha annunciato la sua intenzione di programmarlo nel corso di questa edizione.
La pellicola sarà effettivamente proiettata venerdì il 31 luglio che corre, nel quadro di questo festival.
Tentativi inutili di seppellire il documentario Nella loro offensiva, i capi del fronte Polisario arrabbiati dai giornalisti stranieri acquisiti alla loro tesi allo scopo che preparano loro servizi alla loro misura dove le vittime filmate “in Stolen„ si negano e si rinnegano pretendendo di avere toccato del denaro dei registà per garantire ruoli.
Kamal Fadel il rappresentante del Polisario in Australia riconosce, senza volerlo, il fatto che le vittime sono state inquadrate in occasione dell'azione condotta dai partigiani del Polisario contro la pellicola.
A proposito dell'arrivo di Fatim in Australia, dichiara: " … Non siamo noi che lo hanno invitato, è l'Associazione australiana per il Sahara occidentale (AWSA) e membri del Parlamento federale ".
Ha fatto questa dichiarazione in occasione della stessa emissione della radio ABC dedicata alla pellicola.
Ma, riconosce comunque averglipagatgli il viaggio: " È qui a Sydney con l'Associazione australiana per il Sahara occidentale (AWSA).
Gli abbiamo pagato i biglietti d'aereo per venire".
Kamal Fadel ha tentato di attaccare la qualità della traduzione delle opinioni delle persone intervistate dagli autori del documentario, che accusa quest'ultimi di avere fatto dire alle vittime ciò che non hanno detto.
Un'argomentazione alla quale hanno risposto i partigiani di questo documentario, ricordando che " una grande parte del contenuto del documentario è stata tradotta e diffusa dalla catena satellitare Al Jazeera".
Ma tutti questi tentativi sono stati dedicati al fallimento.
Anche le organizzazioni internazionali riconoscono l'esistenza delle pratiche schiavisti.
Così, secondo i due giornalisti australiani, " l'ONU smentisce sul posto ma quando si è partiti a Ginevra, il direttore assistente per l'Africa del nord ha detto che ciò esiste nei campi di Tindouf".
Molte voci si sono alzate che denunciano questa realtà, in particolare nei mass media australiani.
Ainsi Romana Cacchioli dell'Organizzazione di lotta contro la schiavitù ha affermato che tutte le scene del documentario sono veridiche, che affida al giornale " Brisbane Times" che l'esistenza di casi simili è attestata dai mass media spagnoli.
Alla sera dell'11 giugno, giorno della prima proiezione del documentario, i tifosi del Polisario hanno tentato invano di fare di una manifestazione di cinema un evento politico.
Hanno così fatto venire Fatim dei campi di Tindouf, al cinema del boulevard June George a Sidney.
In realtà, oltre al fatto che sia venuta in Australia con la cornice del fronte Polisario, ha tuttavia lasciato nei campi, così come lo solleva un altro Sahraoui, i suoi bambini.
Un tipo di garanzia perché le sue risposte siano conformi a ciò che gli è stato dettato.
Dan Fallshaw indicherà a questo proposito " Gli hanno parlato molto brevemente ieri, tutto ciò che aveva detto è che gli li hanno chiesto non parlare".
Ayala ha deplorato allora di una conferenza stampa il terrore vissuto da Fatim: " ho parlato al telefono con la sua madre ed il suo fratello che mi hanno detto che è stata forzata di lasciare i campi.
Non vogliamo che lascia i suoi bambini e quando gli parliamo, noi intendiamo che gli echi del timore e del terrore.
Ha estremamente timore e non può esprimersi" , ha detto Ayala.
I responsabili del festival e molti registà australiani hanno sostenuto il documentario.
Il direttore esecutivo del festival di Sydney, Marco Sarfaty, ha affermato che " la scelta di proiettare questa pellicola è adeguata.
Questo non è il nostro ruolo di agire come legislatore o censore".
Violetta Ayala ha criticato alcuni organi di stampa che, senza vedere la pellicola, hanno chiesto che non sia proiettato ed ha comunicato che i responsabili del festival sono stati informati che il Polisario va " adattarsi la pellicola e deviare la causa principale, che dice la miseria dei campi, la schiavitù e il controllo allo scopo di fare una questione politica ".
" Abbiamo condotto un lavoro documentario di ricerca.
Si tratta di un documentario realistico e non un frutto dell' immaginazione.
Descrive problemi penosi vissuti nei campi di Tindouf.
Se le Nazioni Unite non sono stato capaci di risolvere questo conflitto vecchio di 30 anni, che siamo per politicizzare questa pellicola?
É spiacevole che il Polisario cerca di deviare le verità " , si indegno.
La pellicola ha beneficiato di un finanziamento accordato dall'organismo di cinema " Screen Australia ".
"Il Polisario ha saputo mobilitare i suoi partigiani qui, ma la loro causa è persa" , nota Tom Zubrycki, il produttore della pellicola che ha una lunga esperienza nella produzione dei documentari, che si chiede: " come si possono negare le realtà descritte in questa pellicola? "
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com
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